L’Associazione CDQ Villaggio Prenestino, tra le sue varie attività, da circa tre settimane ha offerto gratuitamente la propria sede all’Associazione “La Luna sulla Capitale” per avviare un Doposcuola per ragazzi con DSA. Questo è un servizio di cui raramente si può usufruire, e quest’oggi abbiamo deciso di scambiare due chiacchiere con la Dottoressa Flavia Minoia per comprendere meglio i vari aspetti di questa iniziativa e la sua utilità.

Che cosa si intende per DSA?

DSA è un acronimo di Disturbo Specifico dell’Apprendimento, ed è una sigla che include Disgrafia, Dislessia, Discalculia e simili. Tutti questi disturbi sono in realtà differenze nel metodo di assimilare e comprendere le cose, e sono totalmente slegati (a differenza di quanto si credeva fino a poco fa) dall’intelligenza di chi ne è soggetto.

Ogni ragazzo con un DSA è totalmente diverso dagli altri e va seguito in modo specifico, nel senso che ogni problema è quasi unico nel suo caso; ad esempio una persona può avere estrema difficoltà nel risolvere problemi matematici, mentre un’altra può avere difficoltà nel capire cosa legge.

Ovviamente il fatto di trovare difficoltà nello studio può creare demoralizzazione e sconforto se la cosa non viene supportata nella giusta maniera.

Come e quando è possibile riconoscere un DSA?

I Disturbi dell’Apprendimento dovrebbero essere segnalati dall’Insegnante a Scuola, in genere tra la seconda e la quarta elementare, e naturalmente questo avviene a seconda della sensibilità e della competenza del docente in questo campo.

Il ragazzo viene poi mandato da un Logopedista, che tramite dei test riconosce le sue problematiche e cerca di effettuare una terapia  logopedica di abilitazione e riabilitazione , in alternativa, prescrive un percorso psicologico se si tratta di una situazione esclusivamente emotiva o familiare, o più spesso lavora in un équipe multidisciplinare.

Chi ha un DSA viene poi tutelato in ambito scolastico  dalla legge 170 del 2010, che prevede tra le altre cose la creazione di un PDP (Piano Didattico Personalizzato), anche se pure in questo caso molto dipende dalla sensibilità e dalla capacità d’ascolto dell’ambiente scolastico.

Come e in quale punto di questo percorso si inserisce l’attività del Doposcuola che svolgiamo in sede?

Innanzitutto volevo cogliere quest’opportunità per ringraziare l’Associazione che mi ha permesso utilizzare la nuova sede a Largo Scapoli per poter realizzare concretamente il progetto Doposcuola.

Tornando alla domanda, purtroppo, nonostante la legge 170,  la scuola non riesce a coprire e a seguire adeguatamente le difficoltà di questi ragazzi, basti pensare ai libri di testo che spesso sono uguali per tutti o al carico di studio a casa che difficilmente riesce ad essere gestito in autonomia. L’ideale sarebbe avere una didattica inclusiva, che prevede metodi e testi adatti a tutti.

Io intervengo qui, cerco di aiutare e rendere gli alunni più autonomi possibili nell’apprendere le varie materie, di alleggerire lo sforzo necessario allo studio e di creare un gruppo che faciliti la socializzazione, elemento sempre delicato in chi presenta un DSA.  Per fare un esempio semplice basta pensare ad un mancino che deve tagliare un foglio di carta con delle forbici, generalmente pensate per un destrorso, ecco, il taglio risulterà impreciso e molto faticoso, dotando invece questa persona di forbici adatte riuscirà ad essere più efficente con uno sforzo minimo.

Attraverso metodi di insegnamento alternativi (un esempio immediato è la trasmissione orale per la dislessia) cerco di capire dove e come intervenire per facilitare la vita ai ragazzi.

Qui vorrei anche parlare di una cosa secondo me importantissima, i genitori non devono e non possono sostituirsi alla figura specialistica che deve assistere i figli. Ognuno ha un suo ruolo, risolvere le difficoltà scolastiche non può essere compito dei genitori, i quali devono educare alla vita, e che non sempre sono dotati degli strumenti di cui ho parlato prima.

Sono quindi una sorta di mediatrice, che propone i contenuti scolastici in una forma diversa e più accessibile. Sono l’anello di congiunzione tra i genitori e gli insegnanti, una tutor che li affianca nel loro percorso didattico e formativo. Costruire un gruppo affiatato, inoltre, rafforza il messaggio per cui vedendo i risultati ottenuti con l’impegno, si aumenta la propria autostima, la capacità di accoglienza verso l’altro e si può migliorare la società (purtroppo discriminatoria) in cui ci troviamo.

A volte svolgo anche lezioni individuali, se vedo la necessità di fissare un concetto molto difficile, ma il gruppo resta il nucleo fondamentale di questo progetto, e sono orgogliosa di poter dire che siamo forse l’unico Doposcuola per ragazzi con DSA nel quadrante Est di Roma.

Un ultima domanda, potresti brevemente raccontarmi il percorso che ti ha portato ad occuparti di questa problematica?

Mia sorella ha un DSA e fin da piccola mi sono resa conto di come le servisse il doppio del tempo che impiegavo io per studiare qualcosa, perché in situazioni del genere se non si sa cosa fare l’unica soluzione è lavorare tantissimo.

Ho quindi iniziato ad aiutarla e mi sono appassionata a questa professione.

Successivamente mi sono laureata in Storia e ho frequentato un primo corso sui DSA, mentre adesso sto completando un Master per  migliorare la mia formazione in materia, anche se posso tranquillamente dirti che la cosa che ti aiuta di più in questo campo non è la teoria, ma l’esperienza maturata con ogni singola persona seguita.

A questo punto ringraziamo la dottoressa Flavia per il tempo e la sensibilità che ci ha dedicato in questa breve intervista, e decidiamo di parlare anche con i tre ragazzi che al momento costituiscono il Doposcuola per vedere come si trovano e cosa ne pensano dell’aiuto che stanno ricevendo.

Il primo si chiama Massimo, va in terza media e ci dice subito che è migliorato di più in tre lezioni con Flavia che in un anno intero di scuola, specialmente nelle espressioni algebriche.

Anche Gianmarco segue la terza media, e ci dice che stare in classe con gli insegnanti è quasi una tortura, come “stare in prigione”, ma bastano neanche 5 minuti di conversazione per ritrovarsi in una discussione appassionata sulla Seconda Guerra Mondiale, questo ragazzo ha un futuro da Storico!

L’ultimo con cui parliamo è Gabriele, che va in quinta elementare, e che ci dice che da quando segue il Doposcuola è più divertente studiare, anche per materie pesanti come Matematica e Grammatica.

Tutti i ragazzi poi ci dicono che la sede va molto bene per studiare, ma che a volte alcuni rumori esterni li distraggono (una delle caratteristiche dei DSA è una forte tendenza alla distrazione), ci stiamo attivando anche per risolvere questo problema per creare un ambiente ottimale nel quale quest’attività possa svolgersi nel migliore dei modi. Tutto questo per noi è un modo di contribuire al miglioramento dei servizi offerti al quartiere, e nel Quadrante Est di Roma, a cui tanto teniamo.